Alla scoperta della meraviglia della Ciclabile dei Fiori Sanremo – Imperia.
(> dettagli nella legenda qui...)
Ciclabile dei fiori
Il percorso rientra all’interno dei tematismi “Spiagge”, “Fari e Torri” e “Promontori” ed è agganciato alle stazioni ferroviarie di Sanremo e Imperia, con cui sperimentare l’approccio treno+bici.
Il progetto completo della ciclabile prevede un percorso a doppio senso di marcia lunga 60 chilometri. Al momento il tracciato copre solo 32 dei 60 chilometri attraversando 8 comuni, da Ospedaletti a Imperia. Si aggancia alle stazioni di Sanremo e Imperia, con cui sperimentare l’approccio treno+bici.
La ciclabile passa dove una volta correvano i binari ferroviari. E’ ben manutenuta e con standard decisamente nordeuropei: due ampie corsie, una per ogni senso di marcia, segnaletica sull’asfalto e verticale di supporto, panchine, aree di sosta e rifornimento di acqua e cibo e diversi negozi che noleggiano biciclette. Il fondo asfaltato e pianeggiante la rendono adatta anche ai cicloturisti meno esperti. segue su BikeItalia…
(galleria a Tre Ponti, dalla collezione Tirrenica360... )
Tappa dopo Tappa
Pensando alla futura Ciclovia Tirrenica, la Liguria è probabilmente la regione più complicata. La Ciclabile dei Fiori di Sanremo e, all’estremo opposto, la tappa La Spezia-Massa sono gli unici itinerari che al momento ci siamo sentiti di proporre. Il resto della regione ci risulta ancora troppo complicato, almeno secondo i nostri parametri.
Ad Imperia, termine dalla Ciclabile dei Fiori, consigliamo quindi di prendere un treno per raggiungere La Spezia, così da pedalare fino a Massa, in Toscana.
Per chi invece volesse esplorare il resto della regione, segnaliamo l’esperienza di Laura, che ha pedalato la Liguria in 6 tappe.
> Gli itinerari già pedalabili lungo la futura Ciclovia Tirrenica, li abbiamo elencati in tappe. La presenza di alcuni tratti critici ci impedisce di offrire un percorso continuativo da Ventimiglia a Roma. Il risultato è comunque strabiliante e le visioni raccolte pedalando dovrebbero convincere anche voi. segue...
Fotoracconto
Alcuni scatti pedalando lungo il percorso.
Traccia GPX
(disponibile anche su Komoot e Wikiloc)
> Per scaricare la traccia GPX, da CELL/PC sulla piattaforma RideWithGps cliccare su "full version", dove sarà possibile esportare il file SENZA la necessità di creare un account
Percorso famiglia
Il percorso (vai alla classificazione dei percorsi) si sviluppa tutto su pista ciclabile, tra le stazioni di Sanremo FS e Imperia FS. Scesi alla stazione di Sanremo e raggiunta la ciclabile, si può decidere se pedalare a ritroso (tenendo il mare sulla sinistra) per raggiungere Ospedaletti o avviarsi in direzione Imperia. Nel primo caso, una volta raggiunta la vecchia stazione di Ospedaletti (foto360), si tornerà indietro ripercorrendo lo stesso tratto, di cui un bel po’ nella suggestiva galleria in cui, oltre ai cartelloni che raccontano le gesta del ciclismo, ci si potrà inginocchiare al primo segnavia dedicato alla futura Ciclovia Tirrenica.
Da Sanremo (foto360) si prosegue direzione Tre Ponti, dove si può ammirare un mirabile esempio di ex stazione convertita a punto ristoro (foto360). La ciclabile offre meravigliosi affacci sul mare intervallati da gallerie (foto360, foto360). A Riva Ligure si incontra un’altra stazione convertita a ristoro (foto360). Poi S.Stefano al Mare (foto360) con le sue terrazze (foto360) a cui segue San Lorenzo al Mare (foto360). Il nuovo tratto che arriva a Imperia corre lungo la costa a picco (foto360) prima di entrare nell’area urbanizzata (foto360). Poco dopo l’ex stazione di Porto Maurizio con lo storico bar (foto360), al km 29 si lascia la ciclabile per raggiungere la stazione FS di Imperia.
Rifornimenti: nei paesi lungo il percorso.
(terrazza a Moiano, dalla collezione Tirrenica360... )
Raccomandazioni
> Prima di avventurarvi leggete le raccomandazioni. Impiegate cinque minuti ora nella lettura, per risparmiare sventure e contrattempi dopo. segue...
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Tirrenica360
> La collezione di FotoSferiche dedicate a questo percorso, raccolte nella mappa di insieme Tirrenica360 segue...
Approfondimenti
> Quanti simboli, quante memorie, quanti ricordi fioriscono con la vicinanza del mare? Siete anche voi affascinati dai segni che il tempo e lo spazio hanno disseminato lungo il Tirreno? Aiutateci ad arricchire questo capitolo, perchè le storie tornino a parlare.
Da ferrovia a ciclabile
La storia delle ferrovie liguri e del recupero delle tratte dismesse è una buona riprova dell’affermazione che “una ferrovia è utile anche da morta”. Vediamo in breve come si è arrivati a questo. Testo di Vittorio, foto dal sito Sanremostoria
La costruzione della ferrovia costiera ligure, avviata negli anni dell’Unità d’Italia, si dovette scontrare con le difficoltà di un territorio complesso (alla litoranea ligure, benchè pianeggiante, ben si attaglia la definizione di “una ferrovia di montagna in riva al mare”) e con i limiti delle tecnologie dell’epoca: la trazione con locomotive a vapore e le tecniche di scavo ancora quasi del tutto manuali imposero infatti la realizzazione di un tracciato con gallerie numerose ma per quanto possibile brevi e quindi molti tratti a brevissima distanza dalla linea di costa, esposti tanto a mareggiate quanto a frane. Per questo motivo le prime rettifiche di tracciato furono realizzate già nell’Ottocento, ancora prima della costituzione delle Ferrovie dello Stato nel 1905.
A Levante…
La linea della Riviera di Levante venne aperta per tratte tra il 1868 (Genova Brignole–Chiavari) e il 1874 (Sestri Levante–La Spezia; solo in questa tratta si incontravano 51 gallerie, contro poco più di 90 dell’intera linea, e 23 ponti o viadotti), interamente a binario unico.
Il raddoppio del binario, necessario per fronteggiare la crescita del traffico, avvenne anch’esso per tratte ma in un lasso di tempo molto più lungo, fra il 1890 (Chiavari–Riva Trigoso) e il 1970 (Monterosso–Framura), sia in affiancamento nei tratti più facili o – come nel caso delle Cinque Terre – aggiungendo un nuovo binario su tracciato leggermente diverso a quello d’origine tuttora in esercizio, sia con lo spostamento su un tracciato interamente nuovo a monte di quello ottocentesco.
Nel frattempo venne realizzata anche l’elettrificazione, tra il 1925 (Genova Brignole–Sestri Levante) e il 1926.
Complessivamente i tratti dismessi e recuperati (o recuperabili) non sono nè molti nè lunghi: dal 2010-11 è aperta la “Ciclopedonale Maremonti” Levanto–Bonassola–Framura (5,5 km, in gran parte in galleria); il successivo tratto Framura–Deiva Marina (4 km) è difficilmente recuperabile, essendo interrotto da un’imponente fronte franoso e in parte occupato da un campeggio; ci sono tuttavia studi e modesti finanziamenti per il ripristino dei due tratti di ferrovia abbandonati limitrofi, verso Monterosso e verso Deiva Marina. Tra Deiva Marina, Moneglia e Riva Trigoso (9 km), invece, la sede ferroviaria è stata riutilizzata per la “strada delle gallerie”, gestita a senso unico alternato per il traffico automobilistico ma vietata alle biciclette.
… e a Ponente
Piuttosto diversa invece la situazione sulla Riviera di Ponente, aperta anch’essa per tratte fra il 1856 (Sampierdarena–Voltri) e il 1872 (Savona–Ventimiglia), il cui raddoppio
è avvenuto fra il 1925 (Ventimiglia–Bordighera) e il 2016 (San Lorenzo–Andora), a macchia di leopardo e molto più lentamente, tanto che tratte anche importanti furono realizzate solo in tempi abbastanza recenti (Varazze–Savona–Finale Ligure nel 1977 e San Lorenzo–Ospedaletti nel 2001), mentre il binario è tuttora uno solo fra Andora e Albenga e fra Loano e Finale Ligure.
L’elettrificazione fu realizzata tra il 1916 (Sampierdarena–Savona) e il 1931 (Savona–Ventimiglia). La realizzazione dei raddoppi in epoca recente ha fatto sì che per tratte anche piuttosto lunghe si abbandonasse il tracciato originario in favore di uno completamente nuovo, spostato verso l’interno e di conseguenza prevalentemente in galleria.
I motivi di questa scelta sono molteplici: la tortuosità del vecchio tracciato (curve anche di soli 300 m di raggio) che limitava la velocità dei treni; l’urbanizzazione che soffocava il binario rendendo impossibili anche semplici rettifiche del tracciato; il rischio idrogeologico (nel 2014 la linea è rimasta interrotta per quasi due mesi in seguito a un deragliamento causato da una frana) e da parte della popolazione e delle amministrazioni locali un generalizzato senso di rifiuto della ferrovia, percepita come un corpo estraneo e un ostacolo allo sviluppo e alla circolazione.
Addirittura verso la fine degli anni novanta il previsto abbandono del tracciato costiero nella zona di Sanremo era utilizzato da qualche agenzia immobiliare come argomento per promuovere le vendite! Per contro le nuove varianti in galleria hanno comportato l’abbandono di alcune stazioni, quindi una minor capillarità del servizio, con ripercussioni sull’attrattiva turistica delle località non più servite dal treno.
A differenza quindi della Riviera di Levante, nel Ponente i tratti di ferrovia abbandonata non sono pochi nè brevi e hanno già permesso la realizzazione di parecchi chilometri di
percorso ciclopedonale: il più famoso è quello di 24 km fra Ospedaletti e San Lorenzo, aperto fra il 2009 e il 2014 dopo che la ferrovia era stata spostata in galleria nel 2001. Tra il 2022 e il 2023 questo percorso è stato prolungato di 4 km verso est, fino al Borgo Prino di Imperia, riutilizzando il tratto di ferrovia San Lorenzo–Andora dismesso nel 2016.
Le tappe successive in programma sono l’attraversamento di Imperia (nonostante il possibile conflitto con un progetto di minibus elettrici a guida automatica) e la prosecuzione fino a Diano Marina lungo la strada costiera nota come l’Incompiuta (esposta a frane e da mettere in sicurezza) per evitare la lunga galleria ferroviaria di Capo Berta (2,4 km); nel maggio 2023 infine è stata approvata in Conferenza dei Servizi la realizzazione del tratto successivo, nuovamente sulla sede ferroviaria dismessa, da Diano Marina al confine del Comune di Andora per ulteriori 7 km, con una spesa di 9,5 milioni di euro; è previsto che i lavori partano nel gennaio 2024 per concludersi nel dicembre 2025.
Un altro tratto, meno noto ma non meno valido paesaggisticamente, è quello tra Arenzano, Cogoleto e Varazze (10 km circa, in parte su viabilità promiscua); tra Varazze, Savona e Finale Ligure e Andora (70 km) invece, attualmente c’è solo qualche tratto ciclabile discontinuo, per il resto viabilità promiscua o quando va bene marciapiedi più o meno percorribili lungo la statale Aurelia.
(Milano San Remo Cannes, 1926)
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Seguendo le esplorazioni di Laura per aprire una finestra sulla complessità di quella costa. Che sia di buon auspicio. “L’inverno è la stagione migliore per percorrere la costa ligure, il clima è ottimo. Unico neo le giornate corte. C’è poca gente e poco traffico sull’Aurelia. Molti lavori in corso. Spingendo la bici si può sfruttare le passeggiate lungomare e i vicoli dei centri storici, praticamente deserti, almeno nei giorni feriali.” segue…
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(punto ristoro, dalla collezione Tirrenica360... )






























