Cicloturismo sul Tirreno lasciando a casa la macchina, grazie alle soluzioni treno+bici.

«Un paese sviluppato non è quello in cui i poveri hanno le automobili. È quello dove i ricchi usano i mezzi pubblici». Gustavo Petro, ex sindaco di Bogotà

Tirrenica in treno

E’ possibile anche in Italia fare cicloturismo lasciando a casa la macchina? Secondo noi sì. Almeno sul Tirreno. I percorsi che troverete su questo sito sono infatti tutti agganciati alle stazioni ferroviarie.

“Nel mondo, oltre al mio paese, ci sono altre città, alcune sul mare altre non si sa perché smarrite in fondo alle pianure, in riva ai treni che giungono non si sa come, dopo giri trafelati per campagne e campagne. Ogni tanto io scendo in una di queste città e ho sempre un’aria da viaggiatore novellino, con le tasche gonfie di giornali e gli occhi irritati da bruscoli.” Italo Calvino

La presenza di una rete capillare di stazioni lungo la costa (segnalate in viola nella visione di insieme Tirrenica360), offre la possibilità di raggiungere il punto di partenza, risalire in treno all’arrivo della tappa, superare in treno i tratti critici. Permette inoltre di spezzare le pedalate in più riprese, magari facendosi ispirare dalle proposte di una giornata, un weekend, una vacanza intera.

Ferrovie in Italia

La filosofia del “positivismo” diffondeva il convincimento che la scienza avrebbe risolto i problemi dell’uomo, avviando una condizione di benessere e di pacifica convivenza. La ferrovia, con il connubio tra carbone e ferro, rappresentò uno dei principali emblemi dello sviluppo.

In Italia, l’avvento della ferrovia coincise con il processo di unificazione nazionale, rappresentando molto più che un sistema di trasporto: costituirà agli occhi degli uomini del Risorgimento un veicolo indispensabile per la rinascita civile del popolo italiano e per l’unione economica degli stati della penisola. segue…

Extra

Visione  Tirrenica360

> Tirrenica360: visione di insieme con la traccia complessiva, gli itinerari già pedalabili e le foto sferiche scattate lungo la futura Ciclovia. Siete pronti ad immergervi a tutto tondo prima ancora di partire? segue...

Tappa dopo tappa

> Gli itinerari già pedalabili lungo la futura Ciclovia Tirrenica, li abbiamo elencati in tappe. La presenza di alcuni tratti critici ci impedisce di offrire un percorso continuativo da Ventimiglia a Roma. Il risultato è comunque strabiliante e le visioni raccolte pedalando dovrebbero convincere anche voi.  segue... 

Tratti già pedalabili

> Senza aspettare l'inaugurazione ufficiale, in Italia si può già fare cicloturismo pedalando l’esistente. Gli itinerari Tirrenici da scoprire in sella, li abbiamo divisi in tappe, raccolti nella mappa d'insieme Tirrenica360, classificati in ordine di difficoltà crescente, raggruppati in proposte di un giorno, un weekend, una vacanza intera, ..... segue...

ProgettoZERO

> Un progetto nato dal basso, che aggrega informazioni per partire in bici in compagnia del Tirreno. In attesa di un sito ufficiale che ci lasci liberi di pedalare, aiutateci a rendere questo spazio utile a tutti coloro in cerca di itinerari da Ventimiglia a Roma (...e oltre) segue...

Un passo alla volta

> Proposte in bici di una mattinata, un giorno, un weekend, una vacanza intera... per saggiare le proprie capacità e alimentare esperienza e consapevolezza segue...

Percorsi tematici

> Il Tirreno è un teatro che racconta mille incontri. Le memorie storiche si intrecciano con gli scenari naturali, imprimendo a terra tracce da rievocare, un pedale alla volta. Seguendo in bici il mare e i suoi tematismi. Spiagge, fari, pinete, zone umide, promontori, miniere, …. quante storie siete pronti ad ascoltare? segue...

Il vostro contributo

> Innamorat@ anche voi delle pedalate vista mare? Date una occhiata al progetto e alla squadra operativa. Partecipate con passaparola, proposte, feedback, ... Le amministrazioni non vedono le potenzialità della CicloVia? Mostriamo loro il contrario. Facciamo conoscere insieme la futura Tirrenica. segue...

(stazione di Livorno, dalla collezione fotosferica Tirrenica360... )

“Allora stanco di correre tutto il giorno su e giù lungo le rotaie, rifinito dagli anni e dai malanni, vedeva passare due volte al giorno la lunga fila dei carrozzoni stipati di gente; le allegre brigate di cacciatori che si sparpagliavano per la pianura; alle volte un contadinello che suonava l’organetto a capo chino, rincantucciato su di una panchetta di terza classe; le belle signore che affacciavano allo sportello il capo avvolto nel velo; l’argento e l’acciaio brunito dei sacchi e delle borse da viaggio che luccicavano sotto i lampioni smerigliati; le alte spalliere imbottite e coperte di trina. Ah, come si doveva viaggiar bene lì dentro, schiacciando un sonnellino! Sembrava che un pezzo di città sfilasse lì davanti, colla luminaria delle strade, e le botteghe sfavillanti. Poi il treno si perdeva nella vasta nebbia della sera, e il poveraccio, cavandosi un momento le scarpe, seduto sulla panchina, borbottava: – Ah! per questi qui non c’è proprio la malaria!” (Malaria, Giovanni Verga)